Cosa sono i rumori molesti

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La principale causa delle liti condominiali sono le cosiddette “immissioni”, ovvero odori e/o rumori molesti provenienti da altri appartamenti. Casi classici sono i rumori causati dai vicini che spostano i mobili agli orari più impensabili o quelli derivanti dai lavori di ristrutturazione.

Tra abbattimenti di tramezzi, demolizioni di pavimentazioni e carico/scarico di materiali, i lavori di ristrutturazione generano un elevato quantitativo di rumore che dura molte ore al giorno per svariati giorni consecutivi.

Cosa prevede il codice civile

L’articolo 1138 del codice civile norma l’uso delle parti comuni rimandando al regolamento di condominio. Tale regolamento pone limiti e divieti riguardo l’uso delle parti comuni al fine di preservarne la funzionalità e il decoro.

Quando in un edificio il numero dei condomini è superiore a dieci, deve essere formato un regolamento, il quale contenga le norme circa l’uso delle cose comuni e la ripartizione delle spese, secondo i diritti e gli obblighi spettanti a ciascun condomino, nonché le norme per la tutela del decoro dell’edificio e quelle relative all’amministrazione. Ciascun condomino può prendere l’iniziativa per la formazione del regolamento di condominio o per la revisione di quello esistente.

Tale regolamento è certamente applicabile nel caso di lavoro eseguiti nelle parti comuni del condominio, mentre non ha valore nel caso in cui i lavori siano condotti nelle proprietà private. Tuttavia spesso vi si ritrovano regole che disciplinano gli orari di riposo e l’emissione di rumori e/o odori molesti.

Se siete residenti in un condominio che ha redatto un regolamento condominiale contenente specifiche norme che disciplinano gli orari di silenzio basta farlo presente al condomino che, in linea teorica, è tenuto a rispettare detto regolamento e a limitare le emissioni di rumori molesti.

Cosa fare se il regolamento di condominio non disciplina gli orari di silenzio o il condomino non li rispetta?

In questo caso la questione diventa più complessa poiché l’assenza di regole riguardo i rumori molesti autorizza, di fatto, tutti i condomini a eseguire i lavori in qualsiasi orario entro i limiti imposti dalla legge.

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Se i lavori del vostro vicino risultassero eccessivamente rumorosi e molesti l’unica strada percorribile è quella legale. Tuttavia, prima di seguire tale strada è estremamente consigliato cercare vie più rapide, economiche e che non creino attriti tra i condomini.

In prima istanza conviene sempre cercare di arrivare ad un compromesso verbale e a una richiesta in forma scritta. Se nessuno di questi sistemi dovesse dare i risultati sperati allora non resta che procedere per vie legali.

L’art. 659 c.p. cita:

Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone

Chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a trecentonove euro.
Si applica l’ammenda da centotre euro a cinquecentosedici euro a chi esercita una professione o un mestiere rumoroso contro le disposizioni della legge o le prescrizioni dell’Autorità.

È opportuno evidenziare il fatto che i rumori “intollerabili” sono tali se possono arrecare disturbo a un numero indeterminato di persone, condizione che evidenzierebbe una situazione di pericolo pubblico. Ovvero sebbene siano solo in pochi a lamentarsi di un determinato rumore, devono potenzialmente essere in molti a percepirlo. Viceversa, un rumore molesto percepito da una moltitudine di persone è perseguibile anche se a lamentarsi sia solo una persona.

Come fare a definire se un rumore è molesto?

Resta da definire come si determina se un rumore è molesto e supera la “normale tollerabilità”. Il solo fatto che un’emissione sonora rechi fastidio ad una persona non è sufficiente, poiché sono necessari dei parametri oggettivi che prescindano dallo stato psico-fisico di chi sente il rumore.

La valutazione della normale tollerabilità viene condotta in riferimento alla media sensibilità delle persone che vivono nell’ambiente ove i rumori fastidiosi vengono percepiti.

Inoltre la giurisprudenza ha precisato che vi è la necessità assoluta di presentare perizie tecniche quali misurazioni fonometriche essendo sufficiente l’uso di “altri mezzi di prova che dimostrino il superamento dei limiti di tollerabilità.

Tuttavia, nel caso in cui venga nominato dal giudice un tecnico (C.T.U.), si procederà alla misurazione dell’emissione sonora riferita all’ambiente in cui ci si trova. Prima di tutto il tecnico misurerà il livello di pressione sonora ambientale (rumore di fondo) quando i lavori o i rumori molesti sono assenti, quindi procederà alla misurazione del livello di pressione sonora in presenza del rumore incriminato. Per differenza si ottiene il “differenziale” ossia il livello di rumore prodotto dall’emissione oggetto del contenzioso.

Tale differenziale, per far scattare un provvedimento, deve essere superiore a 5 dB (decibel) nelle ore diurne (dalle 6 alle 22) e di 3 dB nelle ore notturne. Il limite più basso nelle ore notturne è stabilito in considerazione del livello di rumore che può arrecare disturbo al sonno.

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Salvatore Neglia

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